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Le tipologie

La pianta del tè

Pianta sempreverde originaria del sud-est asiatico con foglie spesse e lucide e bellissimi fiori bianchi. In realtà è un vero e proprio albero di altezza variabile dai 5 ai 10 metri, normalmente però, nelle coltivazioni, viene mantenuto all’altezza di un metro circa per facilitarne la raccolta.  Prima del 17° secolo, soltanto la Corea ed il Giappone avevano iniziato a coltivare e bere tè con regolarità ma successivamente ne venne a conoscenza  anche l’Occidente dove i primi viaggiatori ne avevano scoperto le proprietà terapeutiche, digestive, diuretiche e stimolanti del sistema nervoso. Fu l’inglese Robert Fortune che imparò i segreti della coltivazione e della lavorazione del tè, grazie a lui le conoscenze furono esportate in India dove fu introdotta la varietà assamica della Camilla Sinensis, dove  si iniziò a fare fermentare le foglie del tè, ottenendo così il te nero il cui consumo si diffuse largamente in Occidente. Dunque la pianta è sempre Camellia Sinensis, ma la diversa lavorazione delle foglie, il clima, l’altitudine  e il periodo di raccolta danno origine a tipi diversi di tè.
Le migliori qualità, però, derivano dalla raccolta del germoglio apicale e delle prime 2 foglioline della pianta. La raccolta è di tipo manuale ed è affidata a manodopera femminile, mentre la lavorazione delle foglie avviene nei locali ad essa predisposti all’interno delle piantagioni. Tuttavia ai metodi artigianali di raccolta, tendono a soppiantarsi sempre più spesso le moderne tecnologie di tipo industriale.

Tè Verde
Tè Nero
Tè Pu-erh
Tè Oolong
Tè Bianco
Tè Giallo
Tè Aromatizzati